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Centro Documentazione Monti Martani

Il Centro di Documentazione dei Monti Martani è situato all'interno del Complesso Monumentale la Pace dove si trova la Chiesa di Santa Maria la Pace, il convento Francescano del Tor e la biblioteca comunale. A questo si affianca il Parco della Pace caratterizzato per la sua area sensoriale ed inclusiva oltre che dalla nascita di orti botanici.
Il Centro di Documentazione è il cuore del progetto “Massa Martana: il borgo del dire e del fare”, finanziato con fondi PNRR legati al Bando Borghi del Ministero della Cultura. L'intervento prevede il suo totale riallestimento con sale multidisciplinari e didattiche in grado di portare il visitatore a conoscere e toccare con mano una storia millenaria che attraversa i secoli, così come riportato nella scheda in cui i Monti Martani s'intersecano con la vita della comunità. Essi rappresentano, inoltre, un’importante risorsa per le biodiversità in essi presenti. Questa catena montuosa che si innalza fra la Valle Umbra, la Media Valle del Tevere, la Valle del Naia, le Terre Arnolfe e la Conca Ternana, raggiungendo con il Monte Torre Maggiore una quota massima di 1.121 m s.l.m., pur con le sue modeste altitudini è caratterizzata da un’ampia varietà di ambienti e di paesaggi, che spaziano dagli agroecosistemi di pianura e collina alle estese formazioni forestali submontane e montane sino agli arbusteti e alle vaste aree aperte delle praterie secondarie sommitali. Molti di tali ambienti, in particolare quelli forestali dei versanti più acclivi e meno interessati dalle attività selvicolturali, presentano dei notevoli livelli di elevata naturalità e grazie a ciò sono ancora in grado di consentire la sopravvivenza a specie vegetali e animali di grande interesse biogeografico e conservazionistico a livello regionale, nazionale ed anche europeo (arricchisci discorso tramite sito comunanza Massa Martana). I Monti Martani, inoltre, possono offrire uno spaccato assai completo di un percorso evolutivo iniziato più di 200.000.000 di anni fa, nel Triassico, il primo periodo del Mesozoico, e continuato poi per tutto il Giurassico, il Cretaceo, e per buona parte del Cenozoico, in primordiali ambienti marini, sino all’emersione della catena montuosa ed al suo sviluppo subaereo delle ultime decine di milioni di anni. Questa lunghissima e affascinante storia naturale è proprio leggibile nelle diverse tipologie di rocce affioranti nel territorio dei Monti Martani che, insieme ai fossili di antichi organismi che esse preservano, come “pagine” di pietra di un enorme libro, sono in grado di documentarci quel susseguirsi di paleombienti e di eventi che ne hanno profondamente segnato l’evoluzione nel corso del tempo geologico.
Al “Tempo profondo” poi occorre anche aggiungere quello, ben più modesto come lunghezza cronologica ma assai rilevante come impatto sul territorio, dell’Antropocene, cioè il “Tempo dell’uomo”, dipanatesi dalla comparsa delle prime popolazioni umane lungo la dorsale montuosa dei Martani sino alla cosiddetta “Età moderna”. Un percorso evolutivo, questo, di sole poche decine di migliaia di anni ma leggibile ovunque sul territorio dei Monti Martani, in quanto ogni ambiente, ogni parcella di terreno, su questi rilievi, così come praticamente in tutta la nostra penisola, ha subito direttamente o indirettamente l’impatto di una diffusissima e capillare antropizzazione. Dalle prime piccole comunità nomadi di cacciatori-raccoglitori del paleolitico superiore sino alle più antiche società agro-pastorali dell’inizio del neolitico tali forme di impatto furono relativamente moderate ma dall’inizio dello sviluppo delle vere e proprie economie produttive del pieno neolitico in poi, pressoché tutte le più disparate realtà ambientali subirono sempre più radicali forme di interventi umani, tali da trasformare antichissimi paesaggi “naturali” in paesaggi antropogenici, letteralmente riplasmati dalle attività antropiche. Tali trasformazioni sono particolarmente visibili nell’odierno assetto delle formazioni vegetali autoctone che, pur mantenendo una composizione in gran parte originale, hanno però subito profondissime modificazioni negli aspetti strutturali e nella dislocazione altimetrica. 

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